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Classe Millenovecentosessantadue

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Classe millenovecentosessantadue

 

Il mio mondo si sta mescolando con quelli di noi che

Hanno già attraversato la linea dell’orizzonte

Dato che oggi ci hanno chiesto l’ecocert.

E vedo l’entusiasmo che animava la nostra società,

Non ancora liquida, dove amori incerti rappresentano il presente,

Man mano che avanza il tempo, e, come sempre, dissolve il passato, evaporare nel silenzio.

E’ sempre stato così, da quando comanda il tempo. Cambiano solo i nomi della mia ansia

E anche se cerco di costruire trincee fortificate vedo poi come tutto sia fragile ed umano.

Quello che ci distingue è ancora l’amore

Che non è frutto di un prestito a rientro , almeno mi pare

E se stiamo cercando, noi che già siamo stati delusi, di costruire fiducia sufficiente

A debellar le nubi all’orizzonte

Mi sembra sia quasi una notizia da prima pagina.

Non chiedo niente al nostro amore, solo la libertà di amarti senza finalità .

Ogni giorno da una scoperta, come per magia, bianca.

Anche il nostro amore  è affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, l’ho imparato.

Non sono confuso sul futuro che ci aspetta

Cerco di rendere ogni giorno bella la nostra convivenza

Al di là delle fragilità e dei caratteri individuali

Con un piccolo fiore di carta, magari,

Con una poesia,

Senza battere i pugni sul tavolo o urlare perché tutto è caduco

E ciò che rimane oggi come allora è in una parola,

Mentre non ho ancora i capelli colore della neve,

Siamo liberi di amarci e non mi sento uomo ad una dimensione.

 Bocchino Rosario - 13/01/2017 19:30:00 [ leggi altri commenti di Bocchino Rosario » ]

il passare del tempo legato ad un sentimento che non ha tempo. Amore come rifugio e destino in questa lirica dall’andare velatamente malinconico ma con un fermo immagine vivido e certo a confermare il senso pieno di un viaggio insieme. Molto bella

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